Pasqua di Risurrezione del Signore
Abbiamo dato gioia al Signore
Se dovessi scegliere, come prete e come parroco, un momento riassuntivo della fatiche e dei sacrifici che diventano gioia profonda, vorrei portare con me l’immagine del “bacio al Crocifisso” che da venerdì continua incessante nelle nostre chiese
È la grande soddisfazione di vedere come Gesù sia capace, ancora oggi, di attirare a sé.
Perché al bacio del Crocifisso arrivano tutti?
Perché nessuno ha vergogna di vivere pubblicamente un gesto così intimo e profondo?
Che cosa avrà pensato il Signore vedendo i nostri occhi avvicinarsi a Lui?
Semplicemente che ad Arosio e a Carugo lo amiamo ancora, che c’è ancora la fede e il Vangelo.
Abbiamo fatto contento il Signore.
E che cosa abbiamo ricevuto in cambio?
Almeno una briciola di pace e di speranza.
Non vorrei essere retorico, ma sono proprio questi i doni più ricercati da tutti noi: pace e speranza.
Si dice che “quando c’è la salute c’è tutto”, è vero, ma non completamente.
Abbiamo bisogno della pace: in noi e fuori di noi, nel cuore e nel mondo, lontano e vicino a noi.
Abbiamo bisogno della speranza che diventa fiducia per poi trasformarsi in forza di ricominciare.
In questi giorni possiamo dare un nome a tutto questo: la pace è Cristo, la speranza è Cristo, il futuro è Cristo. Non altri, non altro.
Guardando il Signore, baciando il Signore, dandogli una carezza, vi auguro di “sentire”, quasi, come il Signore non si sia stancato di noi, anzi, è venuto a cercarci, è venuto per incontrarci personalmente, è venuto per darci, ancora una volta, la possibilità di sapere che la vita, nonostante tutte le sue croci, le sue fatiche, le sue lotte, è ancora segnata dalla sua potenza e non da quella del male.
Noi baciamo il Signore, in realtà è Lui che ci attira per poter toccare tutti noi, nel profondo, fino al cuore.
Come è possibile?
Cristo ha capovolto i destini della storia facendo e vivendo quello che, come Dio, non doveva né fare né vivere: ha sofferto, si è fatto accusare, ha subito ogni male, è stato tradito, si è lasciato catturare, si è sbriciolato e spezzato, si è lasciato insultare, si è fatto inchiodare, è morto.
Che Dio può essere un Dio di questo genere?
Eppure, questa è la vicenda cristiana, vicenda di salvezza.
Perché Gesù ci ha salvato?
Perché vivendo queste passioni e questa morte, ha voluto fare la volontà del Padre che è quella di creare, di dare vita, di amare e salvare i suoi figli.
Gesù, allora, diventa causa di salvezza per tutti.
I capovolgimenti, allora, sono possibili perché qualcuno si fida di Dio e fa la sua volontà.
È il metodo cristiano che raccogliamo anche noi per poter capovolgere qualche morte, qualche dolore, qualche male e intravvedere la luce della risurrezione.
Quante cose vorremmo cambiare!
Gesù ci ricorda che questo è possibile, tanto quanto facciamo entrare in noi la sua forza, tanto quanto gli diamo credito, ascolto, amore.
Cristo risusciti in tutti i cuori: nel cuore degli arosiani e dei Carughesi.
Grazie per la vostra testimonianza di fede.
Auguro a tutti, proprio a tutti pace e bene.