Riflessione

Ormai ci siamo! Sabato e domenica prossima siamo chiamati ad eleggere il nuovo Consiglio Pastorale di Comunità Pastorale. 

Dopo un lungo percorso di sensibilizzazione e formazione, coinvolgimento e preparazione delle persone, ora è il momento della partecipazione e della scelta. Non dobbiamo pensare a queste elezioni come a un adempimento burocratico e non dobbiamo nemmeno cedere alla rassegnazione di fronte alle difficoltà delle situazioni che la Chiesa tutta sta vivendo, o all’impressione di una certa inadeguatezza davanti alle sfide pastorali e culturali che attendono il nuovo organismo della comunità cristiana. 


Crediamo che le elezioni e il Consiglio pastorale stesso siano gli strumenti grazie ai quali noi traduciamo tutti i grandi temi della sinodalità, della valorizzazione del laicato, della corresponsabilità dei laici nella conduzione di una parrocchia e quindi, più in generale, nella conduzione del piano di Dio, del suo Regno nella storia. 

I laici non possono essere utilizzati solo come bravi consulenti o suggeritori. A noi piace pensare al Consiglio pastorale come a una scuola di corresponsabilità ecclesiale e non come a una specie di piccolo Parlamento di rappresentanza. 

A noi piace immaginare al Consiglio come luogo dove si aiuta la comunità, attraverso il discernimento dello spirito, a diventare sempre più una comunità di discepoli credenti. 


Per fare questo, che poi è il compito fondamentale di ogni comunità ecclesiale, a noi piace un Consiglio Pastorale di Comunità Pastorale impegnato anzitutto, prima di tutto, e soprattutto - o almeno a partire da questo - nella contemplazione del volto di Gesù e del volto della Chiesa a cui si tende. 


Se il decidere nella Chiesa ha lo scopo di configurare sempre meglio il volto del suo Signore, per l’oggi della storia e per la gente di questo territorio, dobbiamo contemplare il volto di Gesù e poi regolarci di conseguenza per il consigliare, verso una similitudine sempre più stretta: è la grande esperienza dell'essere discepoli del Vangelo. 


Proprio per tutto quanto detto, appare ancora più evidente che il voto per l'elezione e il rinnovo del Consiglio Pastorale di comunità pastorale è un autentico gesto ecclesiale, un esercizio di Chiesa, un atto dello Spirito e nello Spirito. 

Infatti non si eleggerà semplicemente un organo consultivo per il governo, ma uno strumento di corresponsabilità per l'evangelizzazione e per l'edificazione del Regno di Dio qui ed ora. 


(testo di don Maurizio Pessina, Prevosto di Cantù)