Un prete e la sua gente
Abbiamo vissuto una pagina di fede e di comunità intensa, sincera, lieta.
Nelle scorse settimane ho vissuto la preoccupazione e i “sensi di colpa” per tutto quello che si stava muovendo discretamente e nascostamente, soprattutto per il tanto lavoro di tantissime persone.
Ma vi vedevo “lieti” e questo mi ha riempito il cuore di gioia.
È bello affrontare le fatiche e le preoccupazioni, ma anche costruire le gioie e la festa per qualcuno a cui si vuole bene. Mi sono sentito voluto bene, o meglio: ancora una volta mi sono sentito voluto bene.
Ringrazio anzitutto e soprattutto don Andrea per l’impegno della regia e dell’organizzazione di tutta questa festa, per la sua gentilezza e discrezione. Grazie, ricordando a tutti che il prossimo anno sarà il suo 10° anniversario di Messa.
Dopo Erba, la mia amata comunità di origine dove ho ricevuto la vita, la famiglia, la fede, la vocazione, ho amato le comunità di Lainate, Milano S. Elena, Cantù. Ed eccomi ad Arosio e a Carugo dove sto lasciando il cuore! Vi dico il grazie più grande e sincero. Non c’è niente di scontato in Brianza. Nulla accade per caso! Questa giornata di festa non era scontata: quello che viviamo è perché lo vogliamo veramente: sia voi che io! (non riusciamo, qui in Brianza, ad essere poco sinceri!)
E allora, nella sincerità di questo giorno, c’è la bellezza della realtà che ci coinvolge e ci mette in cammino ogni giorno.
Qui ad Arosio e a Carugo è casa mia, qui è la mia famiglia e qui so di poter essere me stesso con i miei pregi e con i miei difetti di cui chiedo scusa.
Qui so che il Signore mi chiama, ogni giorno, ad una responsabilità impegnativa ed esigente. È un onore essere Parroco di Carugo e di Arosio. È un onore oneroso, ma sapete che, a me, il lavoro non dà fastidio, anzi, lo vado a cercare e se non lo trovo lo invento! Un onore che però, giustamente, deve essere ogni giorno ricambiato. Cerco di farlo. Vorrei fare meglio.
Ringrazio con il cuore don Andrea per quello che ha organizzato in questi mesi per arrivare qui e per la condivisione del ministero qui in mezzo a voi.
Ringrazio il Diacono Antonio per la sua saggezza e paternità.
Ringrazio le amatissime Suore per l’affetto, la testimonianza e l’aiuto che ci danno ogni giorno
Ringrazio i volontari che sono i protagonisti visibili o nascosti di questi giorni di festa: i cuochi, i volontari, le Segreterie, il gruppo di preghiera “Opera viva”, i chierichetti, le Sacrestie, le Dame dei Fiori, le Scuole d’Infanzia, le Case di Riposo. Ringrazio, in particolare, l’Oratorio e gli animatori.
Ringrazio in modo speciale le Corali di Arosio e di Carugo che oggi hanno veramente dato tanto aiutandoci a pregare cantando, dopo tante prove e sacrifici. Ringrazio i Direttori, Coristi e Organisti
Ringrazio i neoeletti Sindaci: la Dott. Alessandra Pozzoli, sindaco di Arosio e il dott. Paolo Molteni, sindaco di Carugo, le loro Amministrazioni. Li sento vicini e con loro iniziamo altri anni di collaborazione e di fiducia reciproca per il bene dei nostri paesi e della nostra Comunità. A loro auguro un buon lavoro intenso e proficuo.
Ringrazio Il Corpo Musicale “Toscanini” di Arosio e il Corpo musicale S. Cecilia di Carugo che ci aiutano a fare festa.
Ringrazio la Protezione civile e le Polizie locali.
Infine, ringrazio tutti voi che siete qui presenti e che avete pregato con me e per tutti i preti. Il popolo santo di Dio, come dice il Papa che, ogni giorno, cerca Dio, vive il Vangelo, lotta, soffre spera.
Ringrazio la parte preziosa del popolo di Dio che sono i malati e gli anziani e che, nelle loro case offrono e pregano.
Ringrazio i bambini e i ragazzi che sono la parte piena di gioia e di futuro della nostra Comunità
Ringrazio per tutti i regali di oggi e di mercoledì (compreso il copri tabernacolo in pizzo di Cantù per l’altar maggiore di Carugo) e tutti i regali che mi avete consegnato oggi.
Che cosa dirvi ancora? Quello che troverete sull’immaginetta.
don Paolo, vostro Parroco
don Paolo Baruffini
prete ambrosiano da 25 anni
Erba
Milano, Duomo 12 giugno 1999
Lainate – Milano - Cantù
Carugo – Arosio 12 giugno 2024
Venticinque anni, un giorno solo.
Chi vorrei essere ancora?
Una memoria di Gesù.
Un desiderio di bene e di speranza.
Una promessa di cielo.
E l’unica cosa importante
che vorrei dire a tutti:
Non abbiate paura.
Gesù è risorto.
Vi precede in Galilea.
Là lo vedrete.