La mia casa sei tu

Vangelo di Matteo 21,12-16
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?».


Ma questo Vangelo parla della preghiera? 

No. Parla della vita. Della tua vita.

Risponderei così se qualcuno mi facesse questa domanda. Il tempio cui si fa riferimento siamo noi, ciascuno di noi. “Noi siamo il tempio di Dio” scrive Paolo nella seconda lettura. 

Significa che noi siamo abitati da Dio! Significa che Dio ci ritiene “degni” e capaci di accoglierlo e di fare di noi la sua dimora. Ognuno di noi è “abitazione” dove Dio decide di stare.

Dove abita Dio? Dio abita in me, in te, in quel fratello e sorella che ti è seduto accanto o che è lontanissimo da te. Dio vuole essere presente, anzi, vuole essere “la vita della vita” di ciascuno di noi.

E Dio, per essere in noi, non ha bisogno di essere comprato o venduto! Dio è per definizione “gratis”, cioè “grazia”! 

Pregare allora, non è un problema o un bisogno, neppure un comandamento da rispettare.

Pregare è ritrovare il cuore della vita, dove, sorprendentemente, troviamo Lui, sempre Lui!

Pregare è quella scelta che ci permette di capire veramente chi c’è nel profondo di ciascuno di noi, come si chiama il Destino buono da cui veniamo e a cui siamo chiamati.


Chi sapeva riconoscere tutto questo? I bambini, i malati, i peccatori. I semplici, i buoni, chi voleva un cuore puro.

Proviamo anche noi a capire che questo Dio “grida” in noi la sua presenza, il suo desiderio di esserci, di cambiare le cose, di “non lasciarci in pace” finché tutti abbiano la Pace.

Non dobbiamo comprare  niente, non dobbiamo “rubare” niente perché ci è già stato dato tutto! 

Buona settimana. Vi sono sempre vicino con tanto affetto e preghiera.

don Paolo