Accendere, oggi, il fuoco della speranza.

È la parola che vorrei lasciarvi per queste settimane di inizio anno pastorale.

Una parola molto interessante.

Se andate a ricercarne il significato, troverete che deriva dal latino “scrutari” «frugare, rovistare».

Ma c’è un’espressione che, forse, esprime il suo significato più bello: ”Scrutari ignem”, cioè, “attivare il fuoco”, accendere il fuoco!  

Il gesto, da immaginare, è quello di sfregare una pietra focaia a tal punto da far schioccare una scintilla e accendere il fuoco!

  

È quello che vorrei suggerirvi in queste settimane in cui ricominciano tante cose, settimane in cui ci troviamo di fronte a tante novità di cui siamo chiamati a diventarne parte.

Scrutare non significa curiosare, ma qualcosa di molto più profondo: direi che significa “scavare” tra le tante cose che avvengono, per trovare i segni di qualcosa di più grande di noi, anzi, di Qualcuno più grande di noi!


Un “Qualcuno” che passa e che lascia inviti, desideri, speranze, impegni, responsabilità perché ciascuno di noi possa attivare il suo fuoco.


Quest'oggi vivremo la festa della “Madonna Addolorata”, patronale di Arosio, dopo aver vissuto, la scorsa domenica la patronale di S. Bartolomeo a Carugo e in attesa della Festa dell’Oratorio che inizierà sabato prossimo.

Oggi “completeremo” l’accoglienza di don Giovanni, ma cominciamo anche ad accogliere con cuore aperto Francesco che sarà Responsabile dei nostri Oratori.

È però importante anche accoglierci a vicenda, ciascuno di noi, per quello che siamo e scrutare sul volto di chi ci sta accanto i segni del passaggio di Dio.

Solo così ci eleveremo da quella che, tante volte, è una quotidianità disarmante, intensa, faticosa, ma che non coincide con la realtà più bella che è quella di Dio che costruisce, ogni giorno, qualcosa di nuovo per la nostra vita. 


Scrutiamo i segni per poi ringraziare il Signore, prenderci le nostre responsabilità, fare bene la nostra parte, essere costruttivi, essere collaborativi, essere capaci di accendere il fuoco lì dove il Signore ci ha messi.


L'augurio, e l’invito, che faccio a tutta la nostra comunità è proprio questo: scaviamo sulla nostra pietra, che sembra dura, fredda, inanimata, ma dalla quale può scaturire una scintilla e poi un grande fuoco!

Tutti ne siamo capaci.


Con gli insegnanti e il personale della scuola ci dicevamo, l'altra sera, citando Plutarco che, «i ragazzi non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere». 


Questo vale per tutti, grandi e piccoli, giovani e adulti, preti, suore e battezzati.

Siamo tutti capaci di scrutare e accendere il fuoco!

Dai! È il nostro momento, non perdiamo l’occasione.

Una preghiera per tutti e voi, se volete, una per me e per don Giovanni.

 

Vostro parroco, don Paolo