«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.
Ci sono giorni in cui il mondo sembra cascarci addosso. Una di queste situazioni, in cui tutto sembra crollare, è il momento in cui si scopre di essere malati in modo grave o quando, a qualcuno che conosciamo, è stato diagnosticato qualche male!
Tutto, in un momento cambia e, in un soffio, ci si trova in una situazione completamente diversa da prima.
In un momento si rivede la propria vita passata ed anche il futuro e, in un attimo, si capisce, con esattezza, quello che veramente conta nella vita e ciò che è secondario o, addirittura, inutile!
E allora diventa nitida in noi una certezza: l’unica cosa che conta è guarire!
E quante volte, chi è stato malato grave e guarisce racconta di vedere la vita con occhi completamente diversi.
Essere guariti, essere sani, stare bene: è ciò che desideriamo per noi e per i nostri cari, ma è anche quello che Gesù desiderava e desidera per tutti noi.
Si avvicina, mercoledì 11, la ricorrenza della Madonna di Lourdes e la Giornata mondiale del malato: un giorno che ci ricorda una condizione in cui tutti possiamo ritrovarci.
Leggeremo, oggi, una pagina di Vangelo in cui si narra che Gesù, “con una parola” guari il servo del centurione grazie alla fede di quest’uomo che si rivolse al Signore con una preghiera che è rimasta e che ripetiamo ancora oggi, ogni giorno, durante la Messa: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma tu di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.”
Gesù rimane meravigliato di una “fede così grande” e lo congeda dicendo così: “Va’, avvenga per te come hai creduto”. In quell’istante il suo servo fu guarito.
Quanto vorremmo che accadesse proprio così per quella mamma, per quel papà, per quell’amico, per quel collega, per quel vicino, per quella nonna, per quella persona senza nome che abbiamo visto accanto a noi mentre aspettavamo il prelievo, per quel bambino, per tanti uomini e donne che chiedono solo di “stare bene”.
Il Signore vuole che noi stiamo bene. Non è un’ipotesi, ma una certezza che ritroviamo nella condizione originaria dell’uomo creato: Adamo vive felice, ha salute, non soffre, è nella gioia.
Quello è il disegno di Dio che non è cambiato e non cambierà.
È a questo Dio che dobbiamo pensare quando qualcuno sta male: non a un Dio che si dimentica, che sbaglia, che è ingiusto o che non fa bene le cose.
Ed è a quel Dio che ci rivolgiamo sapendo che basta una parola detta col cuore: Signore mi fido di Te. Signore sono nelle tue mani.
In modo visibile o invisibile Dio guarisce: con la salute del corpo o con la salute dell’anima, con il coraggio, con la perseveranza, con la pazienza, con la consolazione, con la serenità di mettersi nelle sue mani, sempre e comunque.
Dio guarisce, non può e non vuole fare diversamente.
Però, lasciamo a Lui il come.
A tutti i malati, in particolare a quelli che conosco perché mi chiedono preghiera, a chi è nel pieno della vita e della responsabilità, ai bambini malati, agli anziani malati, l’augurio di potere “star bene” nell’anima e nel corpo perché raggiunti dalla Grazia di Gesù che salva.
Una preghiera speciale anche ai medici, agli infermieri, ai soccorritori e a tutte le persone che, ogni giorno, con sacrificio e dedizione, si impegnano a far star bene gli altri.