«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.
Quante volte tentiamo di capirci meglio o di capire meglio gli altri! A volte è proprio un’impresa assai complicata o dispendiosa in termini di tempo, di energia, di pazienza, di comprensione.
A mio avviso, per quello che vedo e che capisco, è aumentata la possibilità di relazionarci e di comunicarci (pensiamo alla potenza dei social), ma è, contemporaneamente diminuita la probabilità di capirci.
A cosa sarà dovuto? Sono possibili tante ipotesi: siamo sempre di fretta, siamo presi da troppe cose, siamo ansiosi, il Covid ci ha cambiato anche in peggio, abbiamo tante paure … e potremmo continuare.
La mia impressione è che, questa la difficoltà, nasca da un minor tempo dedicato a noi stessi: ci “diamo per scontati”, ma, spesso, non ci conosciamo più a sufficienza.
Tornare a “conoscere se stessi” mi pare un appello da raccogliere, come è stato fatto nel corso dei secoli su suggerimento anche di eminenti filosofi e pensatori. “Conosci te stesso” non è un consiglio da ricordare solo perché era scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi!
Ma come fare? Non è facile, ma possibile.
La proposta è di conoscerci maggiormente non guardandoci allo specchio, ma facendoci dire da Cristo chi siamo o chi potremmo essere.
È Lui che conosce il cuore dell’uomo. È Lui che conosce le nostre profondità!
Mi ha particolarmente coinvolto nella meditazione un brano del Siracide di questa settimana:
Che cos'è l'uomo? A che cosa può servire? / Qual è il suo bene e qual è il suo male? / Quanto al numero dei giorni dell'uomo, cento anni sono già molti, / ma il sonno eterno di ognuno è imprevedibile a tutti. / Come una goccia d'acqua nel mare e un granello di sabbia, / così questi pochi anni in un giorno dell'eternità. / Per questo il Signore è paziente verso di loro / ed effonde su di loro la sua misericordia. / Vede e sa che la loro sorte è penosa, / perciò abbonda nel perdono (Siracide cap. 18)
Effettivamente può essere questo il problema da affrontare per rendere migliore il mondo a partire dal rendere migliori noi stessi!
Chi è l’uomo? Chi sono io? Chi posso essere?
È una domanda per tutte le età, ma la risposta, questa volta la affidiamo a Cristo.
In questo ultimo giorno delle Giornate eucaristiche, possiamo utilmente porre queste domande a Gesù: “Chi sono io per te? Che cosa mi suggerisci? Che cosa vuoi dire alla mia vita?”
Con sincerità e gioia raccogliamo la parola bella e vera che Cristo ha da dire a ciascuno di noi e alla nostra comunità. Lui solo può svelarci il segreto della vita ed anche dirci la parola giusta per render migliore questo mondo complicato e a volte assurdo che ci circonda.
Con LUI è possibile un mondo nuovo.
Un mondo segnato non dalla rivendicazione e dalla forza, ma dalla speranza e dalla clemenza.
Buona conclusione delle Quarantore.
Una preghiera a Gesù per tutti voi.