«La speranza non delude» - L’Anno Santo e noi.
È impressionante l’aumento dei conflitti e della conflittualità lontano da noi, vicino a noi, fra di noi.
Quante volte la scena è dominata dalla complessità e dal conflitto; penso per esempio alle conflittualità aumentate all’interno delle famiglie e delle coppie.
Penso alle guerre, ai conflitti di ogni genere che coinvolgono interi popoli, penso agli scontri politici, economici, sociali, educativi.
Quante volte capita proprio così: non ci si capisce, si hanno posizioni diverse e divergenti, si sostengono scelte differenti. Niente di più normale perché Dio ci ha proprio voluti diversi e unici.
Anzi, le differenze, tante volte ci arricchiscono, ci aiutano a crescere, ci predispongono a mete nuove.
Non è storia nuova quella del conflitto, anzi!
Già la prima pagina della Bibbia è segnata dal conflitto e dalla violenza di Caino contro Abele, passando, poi, attraverso l’impossibilità del mondo di Babele, arrivando alle violenze causate dalla fame del potere e dell’avere. Gesù stesso ha affrontato e subito tanti conflitti: dalla minaccia della strage degli innocenti, quando ancora era in fasce, agli scontri con chi lo detestava e non lo voleva accettare, fino alla grande violenza della morte di Croce.
Perché questo mondo è così “conflittuale”?
Anzitutto a causa del male che c’è (e a volte è molto forte) in noi e fuori di noi, ma, a mio modesto parere, la questione è legata anche ad un’altra questione: la meta e il fine per cui si vive e si agisce.
A volte, questo, è proprio il punto debole: non si ha chiara la meta o non la si ricorda più!
Ma se sappiamo bene dove andare e che cosa raggiungere, se l’accordo non è un compromesso, ma un sogno e un desiderio, allora, certamente, si trova la possibilità di riconciliare le posizioni e procedere insieme serenamente.
E allora la domanda si impone:
Dove vuole andare il mondo?
Dove vuole andare l’uomo?
Dove voglio andare io?
Qual è la meta per cui lottare, sacrificarsi, impegnarsi ed anche riconciliarsi?
Dio non ha mai punito, non ha mai preteso scuse, non ha mai alzato scudi, ma ha sempre proposto un passo nuovo: quello di un mondo riconciliato, cioè, arricchito dalla volontà di continuare ad essere uomini, figli e fratelli.
Dio ci assicura la possibilità di riuscire a “conciliare” e a “riconciliare” le nostre vicende.
Anzi, proprio dai conflitti, spesse volte, Dio ha fatto scaturire un mondo nuovo!
Il Vangelo che leggeremo quest’oggi (l’incontro di Gesù con Zaccheo a Gerico) ci ricorda la motivazione per cui Gesù perdona il ladro Zaccheo: anch’egli è figlio di Abramo!
Anche Zaccheo è figlio!
Ogni uomo, anche il mio nemico, è e rimane figlio.
La potenza e la possibilità del perdono nascono proprio dal riconoscerci sempre e comunque figli.
Preghiamo, in questa domenica “del perdono” perché tutti desiderino costruire un mondo non conflittuale, ma riconciliato!
Buona settimana di avvicinamento alla Quaresima.