L'amore che salva e il male insopportabile.

“Basta”.


Quando si sente dire questa parola si possono pensare tante cose.

Qualcuno che non ce la fa più.

Qualcosa che non si sopporta più.

Una vicenda che deve arrivare alla fine!

Qualche situazione insopportabile da superare.


“Basta” è il titolo della breve Lettera pastorale del nostro Arcivescovo che viene consegnata in Duomo proprio nella mattina del 7 settembre.

E come sempre, l’Arcivescovo, nella sua saggezza e arguzia, ha trovato l’espressione più bella per usare questa parola: “Ti basta la mia grazia” un’espressione tratta dalla Seconda Lettera ai Corinzi. (2Cor 12,9)

“Sufficit Gratia Tua”: era anche il motto episcopale del Card. Angelo Scola.


L’Arcivescovo ci ricorda come questa parola “basta” possa essere utilissima di questi tempi:

“per dire «basta» al male con cui gli uomini tormentano gli altri e se stessi”; per ricordarci che “basta la Garzia di Dio” per credere, per perseverare nel bene, per continuare con entusiasmo e forza il nostro impegno di bene e di speranza a favore di tutti.


Anche noi, allora, vogliamo dire “Basta”.

Ognuno di noi sa bene, senza fare elenchi, quali sono i mali, le mancanze, i difetti, i peccati a cui dire “basta, cambio”.

Come pure, ognuno di noi sa quali sono i doni, le speranze, le gioie per cui dire: “sono contento, mi basta!”


Sono e saranno tante le occasioni per sperimentare questa “sufficienza della Grazia di Dio”. 


Vi proporrei, allora, di provare a fare l’esercizio di stilare un bell’elenco di “cose belle” per cui dire: sono contento, vedo la Grazia di Dio, posso sperare, posso aiutare, posso fare bene la mia parte, posso avere fiducia, posso credere nel futuro, posso rischiare ad espormi e a propormi, …


Proviamo anche a dire “Basta” a qualche pretesa, a qualche abitudine sbagliata, a qualche egoismo, a qualche nostalgia, a qualche presunzione, …. 


Basta: abbiamo tutte le “grazie” per potere camminare non verso l’ignoto, ma verso la speranza.


Pellegrini di speranza: è questo il titolo del Settembre della nostra Comunità pastorale. Dentro tutte le cose che cambiano, che comincia o ricominciano, sappiamo che Dio rinnova la sua fedeltà, ci guida e ci sostiene.


L’unica condizione: aprire il cuore a Lui.

Non facciamoci mancare la preghiera, l’Eucarestia, la Confessione, l’ascolto della sua Parola.

Non facciamo mancare la carità reciproca, il perdono, la comprensione, la stima e il nostro personale e concreto contributo lì dove Dio ci chiama ad essere uomini e donne di speranza.


Anche questa settimana avremo tante occasioni per ritrovarci e per ritrovare ciò che più conta.

Cominceremo ad accogliere don Giovanni e Sr. Anna, cercheremo di iniziare bene la Scuola con la preghiera per gli insegnati e i ragazzi, ci avviamo poi alla Festa patronale di Arosio.


Siamo e rimaniamo nelle mani di Dio.

vostro Parroco don Paolo