Eredi con Lui del suo regno: cittadini del cielo e compagni degli angeli.

Veramente santo, veramente benedetto sei tu, o Dio;
tu ci hai voluto in comunione di vita col Figlio tuo,
eredi con lui del tuo regno, cittadini del cielo e compagni degli angeli,
se però conserviamo con fede pura il mistero cantato dalle schiere celesti.
E noi, elevati a tale dignità da poter presentare a te, per l'efficacia dello Spirito Santo, 
il sacrificio sublime del Corpo e del Sangue del Signore nostro Gesù Cristo, 
tutto possiamo sperare dalla tua misericordia.

Ecco la nostra dignità!

Ecco la “convenienza” dell’essere cristiani!

Sono parole della Preghiera eucaristica V, propria del Rito ambrosiano, che usiamo in particolari solennità.

Mi pare, dicano bene l’esito della fede e della Pasqua che entrano nella nostra vita con forza ed efficacia.


La Risurrezione di Gesù, non è solo un ritornare alla vita, ma una vita nuova, completamente inedita, diversa dalla prima. Una vita “risorta”, cioè una vita che, non solo ha sconfitto per sempre la morte, ma che porta in sé anche un nuovo modo di essere, un nuovo destino, una nuova dignità.

E questo vale anche per noi in quanto Cristo ha associato a sé tutto il genere umano.


Il problema è sapere, capire e apprezzare tutto questo, ricordandoci che parliamo “al presente”: non è un passato che non torna più o uno sbiadito ricordo.


Le parole di questa Preghiera esprimono questa nuova nostra condizione.

Siamo eredi con Lui del suo regno, cioè non siamo e non saremo mai come Dio (perché Lui è il Creatore e noi le creature), ma avremo tutto ciò che Lui ha e che ci fa star bene: la pace, la gioia, la comunione, l’amore perfetto e senza fine.

Siamo cittadini del cielo: la nostra patria e la  nostra meta sono l’infinito, non le cose di quaggiù!  

Siamo compagni degli angeli: il nostro destino è il destino stesso di Dio, cioè, vivere beati!


Siamo elevati alla dignità di risorti!

Questo ce lo dimentichiamo spesso. A volte, le preoccupazioni, i problemi, le ansie, le paure, i conflitti ci fanno perdere e scordare la parte migliore. 

Dio, però, non smette di realizzare le sue promesse e vince, e lo fa, mettendosi nei nostri panni, abitando i nostri momenti bui e aprendo i sepolcri perché possa entrare la vita. 

Tutti portiamo con noi il nostro bagaglio di cose belle e di cose che non vanno, di gioie e dolori, di ferite e di delusioni, ma l’ultima parola non è di questo mondo, ma di Dio.

Questa è la nostra speranza: l’ultima parola, quella vera, risolutiva, decisiva, è quella di Dio. 

Non la nostra, non quella del male, non quella delle tristezze e delle sconfitte, ma la sua.


“Tutto possiamo sperare dalla tua misericordia.

È questa la certezza cristiana: il mondo è ricapitolato in Cristo, tutto viene “assunto” e accolto dal Signore che ci ha creati, che ci ha redenti, che ci ha destinati ad essere in perfetta comunione con Lui, cioè ad essere felici, ma veramente!


Buona Pasqua cari amici di Arosio e di Carugo.

Siamo in buone mani: le mani crocifisse del Signore Risorto che benedice tutti, proprio tutti.


E con Lui anch’io vi benedico e vi porto all’Altare perché tutti possiate essere sicuri della Beata Speranza.


don Paolo, vostro Parroco