12 ottobre . Memoria del Beato Carlo Acutis patrono della nostra Comunità Pastorale

Un volto rasserenante, una vita ben spesa, un’anima bella!

Un ragazzo santo!


Quante espressioni potremmo usare per parlare di Carlo. Un invito alla santità intesa non semplicemente come essere “buoni, pii, devoti, che non sbagliano mai un colpo”, ma interpretata, anzitutto come scelta di essere “tutti di Dio”, di vivere per Dio, di cercarlo e amarlo nella normalità della vita.


Che cosa ci può dire Carlo?

Che cosa può dire ad Arosio e a Carugo?

Mi pare, fra i tanti messaggi, che, quest’anno, possiamo raccoglierne che uno sia particolarmente urgente pertinente: la Grazia di Dio va raccolta.

La Grazia di Dio c’è, è abbondante, ma va chiesta e raccolta, senza paura.


La Grazia di Dio c’è, ma va chiesta, voluta e scelta. Dio non farà mai irruzione nella vita di una persona, se non lo si vuole. Dio rispetta e aspetta, ma quando lo si invoca e lo si desidera…. allora non lo ferma più nessuno!

Diventa un fiume di Garzia.

È questo quello che suggerirei per Carugo e Arosio: cercare la Grazia di Dio e desiderare di incontrare seriamente e con gioia Gesù Cristo nella vita di tutti i giorni.


Colpisce, e potete leggerlo nell’intervista alla mamma, la caparbietà di Carlo nel cercare di incontrare Dio da vicino per averlo!

Colpisce il suo desiderio di entrare nelle chiese, fin da piccolo, di pregare, di desiderare la Comunione fin da quando aveva cinque anni, quando, verosimilmente, è proprio difficile intuire che cosa possa essere l’Eucarestia; colpisce come potesse, fin da piccolo, mettere Dio sopra ogni cosa pur vivendo “da ragazzo” milanese, di buona e ricca famiglia.

Ma colpisce anche come siano tante le notizie che giungono (anche a me personalmente), di grazie ricevute per sua intercessione.


Carlo è una luce accesa per tutti noi, sia per i ragazzi sia per gli adulti.

Le “anime belle” attirano e rimandano a Dio. Questo è un altro “potere” di Carlo.

Non trattiene a sé, ma invoglia a rivolgersi a Dio!

In particolare, mi sembra, Carlo ci suggerisca di ritornare alla preghiera e ai sacramenti, soprattutto dell’Eucarestia, della Confessione, del Matrimonio. 


L’anima. Mi sembra questa la parola riassuntiva della santità e, in particolare, della santità di Carlo.

Abbiamo un’anima, esistiamo grazie all’anima che sostiene il corpo, la mente, la persona.

E l’anima cerca Dio fin da piccoli, fino all’incontro con Colui che ci ha voluti.

Carlo ha vissuto i suoi sedici anni con un’intensità tale per cui la sua vita era compiuta: aveva fatto la cosa più importante. Aveva cercato e amato Dio e per questo, era riuscito a vivere da vero cristiano.

Carlo sapeva che l’anima va nutrita. Carlo ha avuto cura della sua anima.


“Evidentemente Carlo riesce a convincere il Signore, ha un modo per cui Gesù non gli dice di no e questo mi fa pure un pochino di tenerezza”, dice Antonia, la mamma di Carlo. 

Anche noi, per sua intercessione, non ci stanchiamo di chiedere cose “sante e belle”, per noi, per i nostri cari, per questa nostra Comunità pastorale a lui dedicata.

Chiediamo, soprattutto, la fede e la salute.


Beato Carlo prega per tutti noi.


vostro Parroco don Paolo


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