e suoneranno “ad maiorem Dei gloriam”
- Domenica 24, ore 11:00
Solenne consacrazione delle campane rinnovate – S. Messa solenne celebrata da Mons. Michele Elli , Vicario episcopale di Zona- Dopo la Messa, momento di festa e di presentazione delle Campane sulla piazza della Chiesa - da lunedì 25 novembre
Innalzamento delle campane, posizionamento sul campanile e collaudo - venerdì 6 dicembre, ore 19:00
Primo concerto solenne alla vigilia di S. Ambrogio e della Madonna di San Zeno
L’emozione di vedere tornare le campane davanti alla “loro” chiesa è stata tanta. Venerdì pomeriggio, con la cornice di un cielo azzurro limpidissimo e di un sole che faceva brillare la facciata della nostra chiesa, sono tornate le nostre belle campane!
In tantissimi, in questo periodo, mi chiedevate quando sarebbero tornate e che “mancavano le campane! Eccoci.
Come già scrivevo, mi pare di interpretare tutto questo immaginando che quel suono ci ricorda la presenza di Dio e della Chiesa. Ci mancavano le nostre campane, ma, in fondo, ci mancava un segno che ci richiamasse alla presenza fedele e continua di Dio.
Mancavano le campane, ma in realtà, mancava Qualcuno!
Al di là del suono più o meno gradito, penso che questo nostro desiderio delle campane sia da far risalire al desiderio che, nella nostra comunità, non manchi la voce di Dio.
Questo delle campane è un piccolo segno che però rivela qualcosa di più profondo: ci dice che noi stiamo bene se siamo sicuri di essere accompagnati dalla presenza buona e fedele di Dio. Il vuoto di Dio, il silenzio di Dio, la lontananza di Dio rattrista e impoverisce sempre. Le campane ce lo ricordano!
Ora ci sono. Nei prossimi giorni saranno “innalzate” e collaudate.
La sera del 6 dicembre, vigilia di S. Ambrogio e della Festa della Madonna di S. Zeno faremo il primo concerto solenne.
È molto bello vedere in questi giorni tante persone, anziani, bambini, cittadini qualsiasi che si fermano a contemplare felici le nostre campane. Danno gioia e si sente un attaccamento particolare: sono le nostre campane. Fanno parte di noi e della nostra storia.
Ho pensato, in questi giorni, alle infinite volte in cui hanno suonato: per l’Eucarestia feriale e festiva, per le grandi feste, per l’Ave Maria del mattino, del mezzogiorno, della sera, per l’agonia del Signore il venerdì alle tre.
Ho pensato a quante volte il “campanone” ha suonato per invitare a pregare per chi era da poco morto e si avviava all’incontro con Dio; alle volte in cui hanno suonato a festa per i Battesimi e per i Matrimoni.
Ho pensato al suono solenne e festoso per le tante “Prime Messe” dei preti novelli di Carugo.
La campane che hanno colto i nuovi Parroci, e le visite dei vari Arcivescovi, qualcuno già Santo!
Ho pensato al battito delle ore che ha scandito giorni e notti dei Carughesi ricordando lo scorrere del tempo, ma soprattutto, il fedele amore di Dio! Diciamo grazie a chi ha voluto queste 8 campane nel 1939: i Carughesi e il Parroco di allora don Carlo de Amici.
Diciamo grazie alle persone che ne hanno curato la progettazione e il restauro oltre che la cura della manutenzione. Ora si apre una nuova vita per questi “sacri bronzi” come dice la storia riportata qui sotto.
Ma l’essenziale, credo, sarà oltre che il loro suono, il nostro accorrere al Signore che ci chiama a lodarlo, a ringraziarlo a incontralo e a ricevere la sua Grazia.
Grazie ai Carughesi che hanno sostenuto e sosteranno il costo ingente sia del restauro delle campane che del tetto. Ci rimane ancora tanto da pagare.
Ma so che la chiesa è la “nostra chiesa” e ognuno farà bene la sua parte come già state facendo!
Grazie.